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LIBRI NELLA MENTE

~ il vizio di leggere

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Archivi tag: poesia spagnola

Pedro Salinas, non solo amore…

11 sabato Feb 2017

Posted by Alessandra in Poesia

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Letteratura Straniera, Pedro Salinas, poesia spagnola, poesie

E improvvisa, inattesa,
fortuita, l’allegria.
Da sola, perché volle,
è venuta. Così verticale,
così grazia insperata,
così dono a sorpresa,
che non posso credere
che sia per me.
Mi guardo intorno,
cerco. Di chi sarà?
Sarà di quell’isola
sfuggita dall’atlante,
che mi è passata accanto
vestita da ragazza,
con spume al collo,
abito verde e un grande
spruzzo di avventure?
Non sarà forse caduta
a un tre, a un nove, a un cinque
di questo agosto che inizia?
Oppure è quella che ho visto tremare
di là dalla speranza,
nel fondo di una voce
che mi diceva: «No»?

Ma non importa, ormai.
Sta con me, mi trascina.
Mi sradica dal dubbio.
Sorride, possibile;
prende forma di baci,
di braccia, verso me;
finge d’essere mia.
Andrò, andrò con lei
ad amarci, a vivere
tremando di futuro,
a sentirla veloce,
secondi, secoli, eternità,
niente. E l’amerò
tanto, che quando verrà
qualcuno
– e non lo si vedrà,
non si potranno udire i suoi
passi – a richiederla
(è il suo padrone, era sua),
quando la condurranno,
docile, al suo destino,
lei si volterà indietro
a guardarmi. E vedrò
che ora è mia, finalmente.
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Pedro Salinas, il poeta dell’amore

24 venerdì Giu 2016

Posted by Alessandra in Poesia

≈ 24 commenti

Tag

letteratura, Letteratura Straniera, Pedro Salinas, Poesia, poesia spagnola, poesie d'amore

La voce a te dovuta, Pedro Salinas, Einaudi, 1979, p.234

La voce a te dovuta, Pedro Salinas, Einaudi, 1979, p.234

Chi mi conosce sa quanto io apprezzi una poetica intelligente, fatta di riflessione e scavo interiore. Meglio ancora se impostata in modo originale o venata di sottile ironia. Per questo e altro le poesie di carattere puramente sentimentale mi hanno sempre attratta poco e altrettanto poco convinta, a parte qualche rara eccezione (vedi ad esempio Cesare Pavese, di cui mi piace tutto o quasi). Oltretutto mi sorge il dubbio che non sia per niente facile scriverle, le poesie d’amore, perché il rischio di scadere nella banalità, nel ridicolo o nell’affettazione è sempre dietro l’angolo. Forse è più facile verseggiare sui colori della natura, sulla vita e la morte, sulle crisi interiori e le solitudini sofferte, che non sulla persona amata e desiderata. Capita infatti di rado di leggere dei versi d’amore, classici o moderni, che siano veramente in grado di esprimere qualcosa di significativo e vibrante, mentre al contrario è più facile imbattersi in composizioni che, al di là di una loro apparente gradevolezza, sono in realtà incapaci di destare un vero coinvolgimento.

Non è questo il caso di Pedro Salinas (1891 –1951), professore universitario, poeta e critico letterario nella Spagna degli anni ‘30, poi esule negli Stati Uniti durante gli anni della guerra civile. Salinas aveva fatto parte della famosa “generazione del 1927”, una vera e propria avanguardia letteraria con un programma di progetto e di scrittura, fondata da un gruppo di poeti spagnoli vincolati anche da amicizia personale, tra i quali Jorge Guillén, Rafael Alberti, Federico García Lorca, Gerardo Diego, solo per citarne alcuni. Diciamo subito che Salinas è riuscito a distinguersi fra tutti per la capacità di trasporre i sentimenti in versi in un modo veramente unico e originale, oltre che incredibilmente intenso, al punto che la sua opera è considerata ancora oggi tra le migliori della poesia amorosa del Novecento. Le scelte espressive del poeta si muovono all’interno di schemi convenzionali operando delle lievi e sottili trasformazioni, e in questo modo riescono a sviluppare un discorso nuovo e personale senza entrare in rottura con la tradizione. Anche le eventuali suggestioni ereditate dalla generazione precedente – Unamuno, Machado e in particolare Juan Ramón Jiménez – si rivelano più delle assonanze che non dei veri e propri echi.
La voce a te dovuta, pubblicata nel 1933 e considerata dalla critica odierna come la raccolta della maturità, è composta da settanta poesie dedicate alla stessa donna, una sorta di canzoniere amoroso che trasuda passione e sensualità da ogni verso. Sono componimenti autonomi e senza titolo, non legati tra loro da una successione temporale, che però concorrono a formare un discorso unitario, tutto incentrato sulla ricerca di una forma d’amore che possa trascendere i limiti imposti dal tempo e dalla realtà contingente. Volendo si potrebbe anche intendere come un poema della memoria, dove i versi viaggiano sul filo di ricordi, emozioni e sensazioni attraverso dei monologhi o lunghi dialoghi con la figura dell’amata. É una poetica che indaga i diversi momenti e stati d’animo dell’amore, con domande e risposte che vanno alla continua ricerca di un senso. La donna appare concretamente desiderata e amata, oggettiva in se stessa, ma a volte anche sfuggente, impenetrabile per alcuni aspetti.

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Pedro Salinas, tre poesie

23 sabato Gen 2016

Posted by Alessandra in Poesia

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Pedro Salinas, poesia spagnola

Paura. Di te. Amarti
è il rischio più alto.
Molteplici, la tua vita e tu.
Ti ho, quella di oggi;
ormai ti conosco, penetro
in labirinti, facili
grazie a te, alla tua mano.
E miei ora, sì.
Però tu sei
il tuo stesso più oltre,
come la luce e il mondo:
giorni, notti, estati,
inverni che si succedono.
Fatalmente, ti trasformi,
e sei sempre tu,
nel tuo stesso mutamento,
con la fedeltà
costante del mutare.

Dimmi, potrò io vivere
in quegli altri climi,
o futuri, o luci
che stai elaborando,
come il frutto il suo succo,
per un domani tuo?
O sarò appena qualcosa
nata per un giorno
tuo (il mio giorno eterno),
per una primavera
(in me fiorita sempre),
e non potrò più vivere
quando giungeranno
successive in te,
inevitabilmente,
le forze e i venti
nuovi, le altre luci,
che attendono già il momento
di essere, in te, la tua vita?
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