Ricollegandomi al post precedente, mi sento di riconfermare l’incanto suscitato dalla scrittura di Amos Oz, di cui sto leggendo Una storia di amore e di tenebra. Non mi era mai capitato di passare con tanta facilità dalla commozione al sorriso e poi di nuovo dal sorriso alla commozione, tutto nel giro di una pagina, di un breve battito d’ali… Il modo in cui l’autore rielabora alcuni episodi della sua infanzia e del rapporto avuto con la madre, morta suicida quando lui era ancora bambino, è talmente schietto e sentito, pieno di rabbia e dolore ma anche carico di profondo e smisurato amore (oltre che incline allo scavo interiore nel tentativo di capire, di lenire le ferite), che è impossibile riuscire a renderlo in un modo degno in un post, bisogna proprio leggerle, quelle vibranti ed emozionanti pagine, per rendersi conto della loro effettiva portata.
L’incanto del romanzo consiste anche nel fatto che è costellato di episodi curiosi, se non perfino bizzarri e movimentati, come quello che vede l’autore, bambinetto curioso, inoltrarsi nei meandri di un negozio arabo tra selve di tessuti e abiti fluttuanti, “un dedalo di sentieri tiepidi, penombrosi, profumati e densi”, perché attratto dalla comparsa di una piccola misteriosa fanciulla: qualcuno l’ha letto e se lo rammenta, questo magnifico brano? Impossibile dimenticarselo, dal momento che tiene col fiato sospeso fino all’impensata, divertente e per certi versi terrificante conclusione! Mentre in altre pagine i riferimenti interessanti a titoli/autori poco conosciuti, almeno nel nostro paese, fanno nascere anche nel lettore più infiacchito il desiderio di saperne di più… Stuzzicata a dovere, mi sono infatti procurata un libro di Shamuel Yosef Agnon, di cui magari avremo modo di parlare in altra occasione.
Adesso vi propongo invece un altro brano di Amos Oz, quasi una sorta di piccolo saggio incastonato nel romanzo, piacevolissimo da leggere e sempre attuale per le riflessioni avanzate, che oltretutto ci riguardano poiché rivolte a noi lettori… Un pezzo così sagace, brillante e anche ironico nel modo di sviscerare il nostro rapporto con la lettura, che di mio non vorrei proprio aggiungere altro, lasciando semmai spazio alle vostre opinioni, se e quando ci saranno.
Buon divertimento! E soprattutto buone riflessioni, alla faccia dell’estrema ondata di caldo che fa sudare, ansimare (e anche imprecare) i nostri già spossati neuroni.