
I cani procedevano nella loro avanzata. June camminava all’indietro; non osava mettersi a correre. Gridò il nome di Bernard una, due, tre volte. La sua voce risuonò acuta nell’aria piena di sole. E fece affrettare il passo dei cani, che ruppe quasi in un trotto. Non doveva far vedere che aveva paura. Ma quelli tanto l’avrebbero fiutata, la sua paura. Perciò, non doveva proprio provarla. Ma le mani le tremavano mentre frugavano a terra in cerca di sassi. Ne trovò tre. Ne preparò uno nella mano destra e tenne gli altri due nascosti nella sinistra. Si ritirava procedendo di lato adesso, con la spalla sinistra rivolta alle bestie. Nel punto in cui il sentiero improvvisamente scendeva, June inciampò e cadde: era tale l’ansia di rimettersi subito in piedi che le parve di essere rimbalzata sul terreno.
Questo è solo l’inizio dell’evento clou del romanzo, che nel suo procedere diventa sempre più angosciante e di cui ovviamente non rivelerò troppi dettagli. Un evento che cambierà per sempre la vita di June, mentre si trova con il marito a fare un’escursione sull’altopiano francese del Causse de Larzac, durante la luna di miele. Siamo nel 1946, nell’immediato dopoguerra, e la giovane coppia è accomunata non solo da un’intensa passione ma anche dalla fede nell’ideologia comunista, sulla scia di quei fermenti che animavano gran parte dell’Europa post-nazista. Ma il loro matrimonio è destinato già sul nascere a subire una crisi profonda, che andrà a modificare per sempre, prima investendo di netto Jane e poi agendo gradualmente anche su Bernard, tutta quella scala di valori a cui si erano tenacemente aggrappati. L’esperienza sconvolgente che investe di brutto June, in quella zona isolata e montuosa del sud della Francia, non le lascia infatti scampo e la costringe, volente o nolente, a guardare dentro se stessa per scoprirci un mondo mai immaginato prima. Da quel momento entrambi i coniugi si trovano non solo a vivere un conflitto tra loro, visto che la conversione spirituale di June mal si concilia con il rigido materialismo di Bernard, ma anche a dover fare i conti con il disfacimento dell’utopia marxista, che in seguito a diversi fatti gravi, tra i quali l’invasione dell’Ungheria nel ’56 da parte dei carri armati sovietici e il conseguente bagno di sangue per sopprimere la sommossa, rivelò tutti i suoi limiti.