Eccomi di nuovo qui, come una rondine che torna al nido, in questo giardinetto abbandonato da mesi. Una rondine a dire il vero un poco sciocca, perché incapace di orientarsi con le stagioni. Il terreno è infatti ormai asciutto, l’erba ingiallita, le foglie cadute da un pezzo. Il verde scomparso dal pollice e da qualsiasi orizzonte. Tutto questo a dispetto delle belle giornate di sole, che hanno prolungato ad oltranza l’estate. Ma se fuori, lungo le strade, c’è uno spettacolo di luci e colori favorito da un’aria ancora tiepida, nel giardinetto in questione proprio no, qui ogni cosa è rimasta nell’ombra ed è quasi appassita, e tentare adesso di rinvigorire il terreno, di riconcimarlo ben bene per rimetterlo in sesto, richiederebbe una forza sovraumana che in realtà non mi appartiene e nella quale non mi riconosco affatto. Meglio allora attendere l’arrivo dell’inverno, che con il suo manto bianco e silenzioso prolungherà i tempi dell’attesa. Forse qualcosa di buono comincerà a ricrescere dalla punta delle radici e avanzerà poi verso l’alto, fino a trovare lo spiraglio adatto…
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