
Anche con questo libro Paasilinna fa di nuovo centro e non si smentisce. Fin dall’inizio ci introduce, come in una favola e con la consueta ironia, in una piccola comunità dall’atmosfera naif, sperduta nelle selve della Lapponia finlandese. In questo luogo così ameno e fuori dal mondo la quiete viene un giorno turbata dall’arrivo di un forestiero, Gunnar Huttunen, un uomo dal fisico possente e dal passato misterioso che ha acquistato un vecchio mulino con l’intenzione di rimetterlo in funzione. Una presenza quindi insolita, che suscita curiosità ma anche perplessità nella gente. Tutti infatti pensano che solo un pazzo può darsi tanto da fare per riattivare un mulino in disuso, e nonostante Huttunen riesca nell’impresa, arrecando grossi vantaggi alla comunità, molti non cambiano idea sul suo conto.
Si vocifera di un suo trascorso tragico, di una casa e una moglie bruciate in un rogo durante la guerra. Ma il mugnaio non rivela troppo di sé e sembra quasi manifestare i sintomi di un disturbo bipolare, con continue alterazioni del tono dell’umore. Ogni tanto eccede negli eccessi comportamentali, facendo le cose più inaudite e bizzarre, altre volte cade invece in una cupa depressione, isolandosi da tutto e da tutti.
Quando cala la notte ha l’abitudine di sfogare la sua tristezza in un modo abbastanza inusuale: si affaccia alla finestra del mulino e comincia ad ululare, talvolta con così tanta foga da scatenare sfide all’ultimo latrato con tutti cani della zona. Un fatto, questo, che comincia ad inquietare l’animo della gente, già irritata dal suo bizzarro comportamento, in particolare quando si diverte ad improvvisare parodie degli animali lungo la strada, con movenze sgraziate ed esilaranti. O quando imita i suoi compaesani, facendoli arrabbiare ancora di più. E se da una parte i bambini ridono, riconoscendo in lui “un puro di cuore”, dall’altra gli adulti si dimostrano sempre più nervosi e insofferenti. La sua vitalità, il suo entusiasmo, le sue stravaganze minano in qualche modo l’equilibrio della comunità, fanno presagire deviamenti dallo status quo. I compaesani, istigati anche dalla meschinità di alcune persone autorevoli (il pastore, il dottore, il commissario di polizia), si convincono che il mugnaio sia pazzo e che necessiti di essere ricoverato in manicomio.